I casi di cronaca ci portano a cercare risposte in termini di omicidio stradale: si tratta di un reato che è diventato legge a partire dallo scorso marzo. A riaccendere la luce su questo argomento è stato il recente caso di Condove, in Val di Susa. Qui, in seguito a una lite, un automobilista ha concluso un lungo inseguimento andando a travolgere volontariamente una moto dove viaggiavano due fidanzati. La giovane ragazza è morta e il fidanzato che era alla guida si trova in condizioni critiche. Ma questo è solo uno degli episodi tristi che vengono segnalati. Poche settimane fa infatti la Polizia e l’Arma dei Carabinieri hanno infatti diffuso dati allarmanti: nel primo semestre del 2017 sono stati denunciati più di un caso al giorno solo in Italia.
Cosa prevede la legge in merito a tale reato?
L’omicidio stradale prevede tre varianti:
- Se la morte viene causata con violazione il codice della strada: si ha una pena da 2 a 7 anni di carcere;
- Chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza o droghe: quando il tasso alcolemico va oltre i 1,5 grammi per litro, la sanzione penale sale da 8 a 12 anni;
- Chi ha un tasso alcolemico che supera 0,8 g/l e uccide una persona invece viene punito con la reclusione da 5 a 10 anni.
L’ultimo punto comprende anche le cosiddette condotte pericolose: eccesso di velocità, la guida contromano, oppure le infrazioni ai semafori, ma anche sorpassi e inversioni azzardati da parte dell’omicida. La prima variante invece può variare se l’omicida è ubriaco o ha assunto sostanze stupefacenti: si parla di una pena da 3 a 5 anni per lesioni gravi, da 4 a 7 anni se gravissime.
Le aggravanti del caso
La situazione peggiora per i conducenti di mezzi pesanti, quindi come i camionisti o autisti di autobus che hanno un tasso alcolemico che va oltre 0,8 g/l. Da notare che se il conducente non presta soccorso stradale, ma si da alla fuga, scatta l’immediato aumento di pena da uno a due terzi. A questo punto non potrà esserci pena inferiore a 5 anni , in caso di omicidio, o 3 anni per lesioni. Tra le aggravanti appaiono anche l’ipotesi di conducente che viaggia senza patente o senza assicurazione. E’ stato stabilito dalla legge che non ci può essere equivalenza o prevalenza delle attenuanti davanti ad alcune situazioni particolari.
La patente potrà essere riconsegnata al conducente solo dopo un periodo di 15 anni, in caso di omicidio, oppure di 5 anni per lesioni. Va detto però che se l’autista del mezzo che causa l’incidente, la morte o le lesioni per terzi dovesse fuggire, dovranno passare almeno 30 anni dalla revoca. Se si tratta di patente conseguita in un altro Stato, allora scatterà l’inibizione in Italia, così da tenere il soggetto lontano dalla guida per un periodo lunghissimo.
Il nuovo reato di omicidio stradale
La pena viene diminuita della metà se l’incidente non è nato per colpa di una sola persona. Ad oggi, viste le modifiche legate al “nuovo reato di omicidio stradale” è previsto un raddoppio sui termini di arresto obbligatorio e prescrizione. Finisce in manette il soggetto che viene colto in flagrante, riconosciuto nel suo massimo stato di ubriacatura e assunzione di droga.
Vi sono poi altri casi in cui l’arresto è facoltativo, in base al livello di lesioni causate e soprattutto davanti alla decisione del conducente di prestare soccorso a terzi feriti. Il giudice potrà da ora anche ordinare il prelievo coattivo di campioni biologici, così da far scattare le analisi del DNA. Se vi sono urgenze particolari il prelievo coattivo può eventualmente essere richiesto dal pm.